Scorci di Firenze

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Il Perseo e l’autoritratto nascosto Stampa E-mail

La Loggia dei Lanzi- Il Perseo e l’autoritratto nascosto

Altro interessante segreto da scoprire nella Piazza della Signoria si trova all’interno della Loggia dei Lanzi, a destra della piazza, detta dei Lanzi perché qui vi si accamparono i Lanzichenecchi nel 1527 di passaggio verso Roma. Queste truppe vennero impiegate durante il sacco di Roma del 1527 ordinato dall'imperatore Carlo V, un evento molto importante perché di fatto segnò la fine dei fasti dell'epoca rinascimentale in Italia. I lanzichenecchi, che in maggioranza erano luterani , andarono in combattimento spinti nella loro azione anche dall'odio verso la corrotta Roma papista.

L’edificazione della loggia avviene tra il 1376 ed il 1382 ad opera di due artisti dell’epoca, Benci di Cione e Simone Talenti. La loggia viene chiamata erroneamente anche la Loggia dell’Orcagna, perché per molto tempo si era creduto che ad accompagnare il lavoro del Talenti fosse stato il fratello di Benci di Cione , Andrea di Cione Arcangelo, soprannominato Orcagna( Arcangelo in vernacolo fiorentino) il quale aveva collaborato con lo stesso Talenti durante i lavori svolti per l’opera del Duomo.

La loggia come strutture richiama pienamente lo stile gotico dell’epoca anche se l’utilizzo degli archi a tutto sesto sono una vera e propria anticipazione dello stile rinascimentale. La loggia nasce con lo scopo preciso di ospitare al coperto tutte le numerosissime assemblee pubbliche e ufficiali del Comune di Firenze tenute alla presenza del popolo. La loggia ospita al suo interno molte opere, tra cui sculture di origine romana come per esempio Patroclo e Menelao, copia di epoca Flavia di un originale greco del 230-240 a.C, donato da PioV a Cosimo I, e poi le sei figure di donna vicine alla parete di fondo, concludendo con uno dei due leoni all’entrata della loggia sempre di epoca romana. Inoltre ci sono due interessanti opere del Gianbologna , pseudonimo di Jean de Boulogne (Douai, 1529 – Firenze, 1608) di origini fiamminghe e grande estimatore di Michelangelo, le opere sono il ratto delle sabine e l'Ercole con il Centauro Nesso.

Ma il capolavoro della loggia resta la bellissima statua in bronzo di Benvenuto Cellini, il meraviglioso Perseo trionfante che tiene per i capelli la testa recisa di Medusa, e con l’altra una spada ed in piedi maestoso guarda lo spettatore dall’alto in basso come monito per tutti. Questa statua, presenta in una sua parte l’autoritratto dell’autore, dove si trova? Per chi non avesse il tempo o la voglia di cimentarsi in questa caccia all’autoritratto deve puntare il suo sguardo alla nuca del Perseo, per fare questo bisogna entrare all’interno della loggia, arrivare alla spalle della statua e guardare verso l’alto ed improvvisamente si svelerà in tutta la sua chiarezza il volto del Cellini. Ricordatevi che l’autoritratto è posto in una zona d’ombra e che quindi senza sole non è molto visibile. Se state cercando qualcosa da leggere a riguardo leggete e divertitevi con la “Vita scritta da lui medesimo”, la biografia dettata dallo stesso Cellini, dove si riportano tutte le sue avventure rocambolesche, per esempio la fuga da Roma e tutte le fasi concitate della fusione del Perseo, leggete, leggete.

 

 

 

Autore: Gianni Mafucci