Ricostruzione storica di un assassinio - Seconda Parte Stampa

Leggi qui la prima parte di questa storia:

Ricostruzione storica di un assassinio - Prima Parte

 

Eravamo rimasti con la decisione da parte dei congiurati:

di fare vergogna al detto messer Bondelmonte per vendetta di quella ingiuria.

Ma quale tipologia di vendetta verrà approvata?

E stando a consiglio in che modo il dovessero offendere, o di batterlo o di ferirlo, il Mosca de’ Lamberti disse la mala parola < Cosa fatta capo ha >, cioè che fosse morto; e così fu fatto….

Lo stesso pseudo Brunetto(così chiamato perché si credeva che questa cronaca fosse stata scritta da Brunetto Latini, attribuita poi dagli stessi studiosi ad un anonimo scrittore di fine duecento) nella sua dettagliata cronaca riporta:

si che fue consilglato per certi Huomini, ch’a llui fosse dato d’un basstone, e altri dissero k’elli fosse fedito nella faccia: infra lli quali rispose messer Mossca di Lamberti, e disse:- Se tu batti o ffiendi, pensa prima di fare la fossa, dove tue ricoveri: ma dàllì tale che ssi paia, che cosa fatta capo à.

Palazzo Buondelmonti
 
Tutti e due scrivono nelle loro cronache che inizialmente la decisione presa non era stata quella di uccidere il Buondelmonti, ma lo volevano punire dandogli una sonora bastonatura o sfregiandolo in faccia, in modo che questi portasse in volto per sempre il marchio della sua stessa ingiuria.

 

Ma un congiurato su tutti, Mosca dei Lamberti, il più autorevole dei presenti, spiegò che se non avessero ucciso ma solo ferito o bastonato il Buondelmonti, avrebbero fatto bene a prepararsi la loro fossa, perché questi si sarebbe sicuramente vendicato a sua volta ferocemente, uccidendo i responsabili.

Adesso però, proprio grazie alla cronaca dello pseudo Brunetto, il solo che riporta la vera premessa per cui si era arrivati a questa situazione, vi voglio rendere chiara del tutto la motivazione reale di tanto odio.

Item 1215 anni esendo podestate Currado Orlandi, nella terra di Campi, appresso a Fiorenza vj milgla, si fece cavaliere messer Maççingo Tegrimi de Mazzinghi; ed invitavi tutta la buona gente di Firenze.

Quindi nel 1215 del calendario fiorentino il podestà Corrado Orlandi in un suo castello di Campi Bisenzio organizzò una tipica festa per il passaggio in società del giovane della famiglia dei Mazzinghi, Mazzingo: la cerimonia per diventare un cavaliere, giunti alla maggiore età, era una cosa comune e soprattutto per le famiglie delle classi agiate fiorentine, le quali, come ci racconta lo stesso pseudo Brunetto erano state tutte invitate a presenziare il rito, un fatto pubblico di distinzione sociale … ed invitavi tutta la buona gente di Firenze.

 

Frase dantesca sugli Amidei

 

Lo pseudo Brunetto continua:

Ed essendo li chavalieri a tavola, uno giucolare di corte venne e llevò uno talgliere fornito dinanzi a messer Uberto delli ‘Nfangati, il quale era in compagnia di messer Buondelmonte di Buondelmonti; donde fortemente si cruccioe, e messer Oddo Arrighi de’ Fifanti, huomo valoroso, villanamente riprese Messer Uberto predecto, onde messer Uberto lo smentio per la gola e messer Oddo Arrighi li gettò nel viso uno tagliere fornito di carne, onde tutta la corte ne fu travalglata.

Quando furono levate le tavole, e messer Bondelmonte diede d’uno coltello a messer Oddo Arrighi per lo braccio, e villanamente il fedio.

Finalmente veniamo a scoprire il reale motivo della discordia!!!!!

Dunque, mentre si teneva il banchetto per la festa del giovane Mazzingo e tutti i signori erano a mangiare copiosamente a tavola, succede che un giullare di corte ebbe la brillante idea di fare uno scherzo che risulterà pessimo; cioè levò di sotto il naso a messer Uberto degli Infangati amico di Buondelmonte, un tagliere pieno di carne, questi protestò e Oddo Arrighi dei Fifanti trovò il pretesto per offendere, a causa dell’animosa protesta dell’Infangati, il quale rispose per le rime alle offese del Fifanti, dicendo:… tu menti per la gola. Cioè l’offesa gli era stata rivolta gratuitamente perché il goloso in realtà secondo l’Infangati era lo stesso Fifanti che adesso per discolparsi della sua ghiottoneria additava Uberto.

Insomma, come i bimbi che si azzuffano per un coscio di pollo, soltanto che loro non erano dei fanciulli ma i rappresentanti di due tra le maggiori famiglie fiorentine e per giunta nemiche.

Il Fifanti non dette risposta alla parole dell’Infangati, ma passò subito alle vie di fatto scagliando un tagliere pieno di carne in faccia allo stesso Uberto, creando un parapiglia inizialmente sedato. Odarrigo Fifanti aveva semplicemente cercato la rissa e adesso come dice il nostro scrittore:… tutta la corte ne fu travalglata.

Ed infatti, appena furono tolti i tavoli, Buondelmonte, amico dell’Infangati, all’improvviso e soprattutto a tradimento (villanamente), con un coltello ferì il Fifanti.

Adesso la situazione era estremamente cambiata, non si trattava più di una semplice baruffa, era corso del sangue e l’offesa ormai non poteva essere dimenticata.

Lo pseudo Brunetto continua raccontandoci nel dettaglio cosa venne deciso per riportare la pace tra le due fazioni avverse:

Tornati ogn’uomo a sua magione, messer Oddo Arrighi (Fifanti) fece consilglo di suoi amici e parenti, infra lli quali furono’ Conti da Gangalandi, Uberti, Lamberti e Amidei; e per loro fue consilglato, che di queste cose fosse pace e Messer Buondelmonte tolglesse per molgle la filgluola di messer Lambertuccio di capo di monte, delli Amidei, la quale era filgluola della serore di messer Oddo Arrighi.

Appena Odarrigo dei Fifanti fu giunto a casa, riunì velocemente tutti i suoi amici e parenti e con loro discusse su quale decisione prendere per risolvere la querelle scoppiata la sera prima.

La decisione che fu presa rappresentava la tipica risposta che veniva adottata in questi casi: il matrimonio riparatore, tra il giovane Buondelmonti e la nipote del Fifanti, figlia di Lambertuccio degli Amidei.

 

Chiesa di Santo Stefano, dove Buodelmonte avrebbe dovuto sposare la figlia di Lambertuccio Amidei

 

Ma come sappiamo il matrimonio fallì a causa dell’avventatezza del Buondelmonti che non si presentò al matrimonio lasciando la sposa sola all’altare.

Lo pseudo Brunetto racconta nei particolari anche questo avvenimento:

Fatto il trattato e la concordia, e l’altro giorno appresso si dovea fare il matrimonio, e madonna Gualdrada , molgle di messer Forese Donati, secretamente mandò per messer Buondelmonte e disse: Chaveliere vitiperato, ch’hai tolto molgle per paura dell’Uberti e dei Fifanti; lascia quella ch’ài presa e prendi questa, e sarai sempre inorato cavaliere…Quando venne l’altro giorno al mattino per tenpo, giovedì X di febraio, e la gente dell’una parte e d’altra fue raunata, venne messer Buondelmonte e passò per Porte Sancte Marie e andò a giurare la donna dei Donati e quella delli Amidei lasciò stare.

Senza alcun consiglio il Buondelmonte, giovedì 10 febbraio 1216, sicuro di sé dopo aver accettato il matrimonio riparatore, spronato da Gualdrada Donati, come già avevamo visto nell’altra puntata, non solo abbandona la figlia degli Amidei, di lui promessa sposa, sull’altare della chiesa di Santo Stefano, che si trova in una piazzetta di Por Santa Maria, vecchia porta delle mura cittadine posta all’entrata del Ponte Vecchio, ma beffardo passa dalla strada accanto alla chiesa, dove fra l’altro si trovavano le case della sposa, per andare a giurare la donna dei Donati ovviamente lo stesso giorno del mancato matrimonio.

E infatti fu visto: Vedendo messer Odd’Arrigi questa cosa, fu molto cruccioso; e fece uno consilglo, nella chiesa di Santa Maria sopra Porta, con tutti li suoi amici e parenti.

Quindi doppia beffa per la parte avversa!!!

Da qui la volontà della consorteria degli Amidei di punire lo sfrontato giovane.

 

La vecchia chiesa di Santa Maria Sopra Porta adesso Palazzo di parte guelfa

 

Decisa la punizione da impartire all’impudente Buondelmonte, cioè l’assassinio, riuniti nella chiesa di Santa Maria sopra Porta (edificio andato perduto), prepararono il piano per portare a termine l’omicidio cercando di sottolineare in tutti i modi possibili, attraverso la scelta del luogo (lo stesso che aveva percorso il Buondelmonte beffardamente la mattina del fallito matrimonio) la ferma volontà di lavare l’onta subita nel medesimo posto dove era stata portata:

Si che la mattina della pasqua di Risorexio, appiè di Marzo, in capo del Ponte Vecchio, messer Bondelmonte cavalcando a palafreno bianco in giubba di zendado e in mantello con una ghirlanda in testa, messer Ischiatta delli Uberti li corse addosso e dielli d’una maçça in sulla tessta e miselo a terra del cavallo, e tantosto messer Odd’Arrighi con un coltello li seghò le vene e lasciarlo morto. E questa possta fue fatta in casa gli Amidei. Allora lo romore fue grande; e fu messo in una bara, e la molgle istava nella bara e tenea il capo in grembo fortemente piangendo; e per tutta Firenze in questo modo il portarono.

Lo stesso Villani riporta l’ accadimento:

…ché la mattina di Pasqua di Risurresso si raunarono in casa Amidei da Santo Stefano e venendo d’Oltrarno il detto messere Bondelmonte vestito nobilmente di nuovo di roba tutta bianca, e in su palafreno bianco, giugnendo a piè del Ponte Vecchio dal lato di qua, apunto a piè del pilastro ov’era la ‘nsegna di Mars, il detto Bondelmonte fue atterrato del cavallo per lo Schiatta degli Uberti, e per lo Mosca Lamberti e Lambertuccio degli Amidei assalito e fedito, e per Oderigo Fifanti gli furono segate le vene e tratto a ffine; e ebbvii co lloro uno de’ conti da Gangalandi. Per la qual cosa la città corse ad arme e romore.

 

Finalmente è tutto chiaro:

 

  1. Il movente iniziale: litigio avvenuto al banchetto di Mazzingo dei Mazzinghi tra Uberto degli Infangati e Odarrigo dei Fifanti e poi con convolgimento del Buodelmonti, con accoltellamento nei confronti dello stesso Fifanti.
  2. Prima decisione della consorteria dell’Infangati: viene deciso che per riparare l’offesa subita il Buondelmonti sposi la nipote dell’Infangati, cioè la figlia di Lambertuccio degli Amidei.
  3. Il Buondelmonti: convinto da madonna Gualdrada moglie di Forese Donati ha sposarsi con sua figlia, lascia all’altare la figlia di Lambertuccio Amidei, che lo aspettava per la sacra cerimonia nella chiesa di Santo Stefano e la stessa mattina, il giovedì 10 febbraio 1216, giura fedeltà alla figlia di Forese Donati.
  4. Seconda decisione della consorteria dell’Infangati: viene deciso nella chiesa di Santa Maria sopra Porta,che l’unico modo per lavare la doppia onta subita è quello di uccidere il Buondelmonte, come luogo dell’imboscata viene scelto il Ponte Vecchio.
  5. I congiurati sono: Schiatta degli Uberti, Mosca dei Lamberti, Lambertuccio degli Amidei, Oderigo Fifanti e un conte non meglio specificato da Gangalandi.
  6. L’omicidio avviene la mattina di Pasqua, quando il Buondelmonti, diretto in chiesa tutto vestito di bianco con la corona di fiori in testa e sopra un bellissimo cavallo bianco, viene improvvisamente disarcionato da una bastonata dell’Uberti e appena a terra viene assalito dall’Amidei e dal Mosca e più volte ferito, infine tocca all’offeso Fifanti di dare il colpo finale al Buondelmonti, tagliandogli le vene.
La casa torre degli Amidei vicino al Ponte Vecchio, dove si nascosero prima di uccidere Buondelmonti


Conclude lo stesso Villani:

E questa morte di messere Bondelmonte fu la cagione e cominciamento delle maledette parti guelfe e ghibelline in Firenze.

 

Autore: Gianni Mafucci